A COSA SERVE LA FILOSOFIA
Domanda comune e molto diffusa: a che serve la Filosofia? Risposta di Galimberti: “La Filosofia non serve perché non è una serva”.
Rimproveri che le sono mossi:
Non serve a niente
Non dà informazioni. “pratiche”.
Non dà frutto economico certo.
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Ma se vogliamo sapere e capire quanto accade intorno a noi, interpretare le informazioni e metterle in relazione con altre informazioni, allora dobbiamo volgerci alla Filosofia.
Ci sono 3 diversi livelli di comprensione:
Informazione, che ci presenta i fatti e i meccanismi primari di quanto succede.
La conoscenza, che riflette sull’informazione ricevuta, crea una gerarchia fra i significati e cerca principi generali in base ai quali ordinarla.
La saggezza, che vincola la conoscenza alle scelte di vita
o ai valori assunti come propri, nel tentativo di stabilire come vivere meglio in base a ciò che sappiamo.
La Filosofia pone le domande su ciò che le cose significano per noi (non in sé =Scienza): si impegna a riflettere sull’importanza che ciò che sappiamo esistere e accadere ha per noi, a mettere tutto in relazione con tutto, riscatta la realtà umanamente vitale di ciò che è apparente, vuole sapere che cosa significhi per noi l’insieme dei nostri saperi.
La Filosofia non offre soluzioni ma risposte che, però, non risolvono i quesiti della realtà piuttosto coltivano la domanda, mettono in risalto l’essenza di questo domandare e ci aiutano a non smettere di farlo, a domandare sempre meglio, a umanizzarci nella convivenza perpetua con il quesito.
Quando qualcuno ha intenzione di filosofare non può accontentarsi di accettare le risposte di altri filosofi o di citare la loro autorità come argomento incontrovertibile: nessuna risposta filosofica sarà valida se l’individuo non ripercorre da solo il cammino tracciato dai suoi predecessori o se non ne tenta uno nuovo, basandosi sui punti di vista altrui che avrà però meditato in modo assolutamente personale.
L’itinerario filosofico deve essere pensato individualmente da ciascuno, anche se parte da una tradizione assai ricca.
Filosofare significa aiutare a trasformare ed ampliare la visione personale del mondo di chi si dedica a questo compito.
Secondo Kant: si può insegnare non la Filosofia ma l’attitudine a filosofare = acquisire un Metodo
Una vita priva di riflessione non vale la pena di essere vissuta.
La Filosofia non può essere e anzi deve essere uno “stile di vita” (Madera-Tarca).
L’amore per la Sapienza e la Filosofia come stile di vita è possibilità e patrimonio di tutti e non solo dei professori e studiosi di Filosofia. Per Socrate la dignità suprema della vita umana è nell’indagine.Tutti abbiamo bisogno di rispondere e trovare il Senso, specie oggi, nel caos del mondo contemporaneo!
Noi e il mondo contemporaneo
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Tutti nel mondo di oggi, dominato dal Consumismo e dall’Impero delle macchine e delle tecnologie, siamo alla ricerca di un senso perduto: viviamo contro il nostro volere e seguiamo un mondo dai valori disumani:
Cancellare angoscia e dolore essenziali
Scacciare lo straniero
Sfinirsi per guarire l’inguaribile, pur di non vederlo
Deridere il giusto
Piegarsi al più forte
Adorare idoli possibili
Approfittare del più debole
Competere con fratelli e sorelle
Servire la menzogna del giorno​
Oggi viviamo in una società dove parole come "Sacrificio" e "Perseveranza" sono obsolete. Trionfa il "Licitazionismo" con le sue patologie (da Dante Inferno, V, v. 56 per Semiramis ”che licito fé libito in sua legge”): oggi è vietato vietare e tutto è lecito, secondo un culto adorante dell’”io”, che si spettacolarizza e si immola sul principio di prestazione.
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Perciò oggi vediamo trionfare, per la necessità della nostra civiltà, la produzione, lo scambio e il consumo di merci finalizzati al profitto attraverso la produzione, lo scambio e il consumo della proteiforme, infinita riproposizione del Desiderio. Solo producendo Desiderio si può vendere e consumare profittevolmente l’immane oceano di merci.
Pertanto al presente tutti i valori sono confusi e asserviti al Consumismo che reifica uomini e sentimenti.
Il Desiderio deificato diventa legge, secondo le migliori regole del Fordismo: instillare desiderio in tutte le masse, consumare il più possibile e non sacrificarsi più per nulla: è il Desiderio che attiva i consumi.
L’unico Dio che oggi trionfa è il Denaro, e il Capitale è per essenza desiderante, perché non ce n’è mai abbastanza. Perciò il processo è senza fine, perfetto per il Capitalismo.
Limite oggi obsoleto per il Desiderio compulsivo è il "Sacrificio", limite ontologico per il Desiderio: ma oggi non più diffuso e praticato. Oggi il "sacrificio" è sempre più spostato all’interno di noi, interiorizzato.
Inoltre non riusciamo più ad avere contatto e conoscenza della nostra interiorità; sono sempre più diffusi: analfabetismo emotivo ed emozionale, ma anche disturbi delle patologie del sé, disturbi di personalità, tipologie borderline, disturbi alimentari, depressioni e maniacalità, che stanno a registrare un’accentuata vulnerabilità della capacità di costituirsi nella differenziazione nei confronti degli altri (in orizzontale) che in rapporto all’idea e alla valutazione di sé (in verticale): assistiamo ad una ipertrofia degli aspetti egoici che disgregano la misura (Ratio) a tutto vantaggio dell’ “io”.
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Dobbiamo conoscerci in tutte le nostre pieghe, e conoscere il nostro Limite, la nostra Ombra per attuare un Decentramento dell’egoicità, processo ben salutare.
Per Platone conoscere l’anima significava conoscere il mondo (Repubblica).
E l’Episteme della Filosofia è la sola vera conoscenza per entrare in vero contatto con noi, con gli Altri, con le cose e la Natura.
E’ perciò quanto mai necessario ritornare all’uso e alla pratica della Filosofia come ricerca e come indagine del Senso e dell’Essenza, per ridare ad un mondo malato e medicalizzato nuova linfa e spazio non più al Desiderio compulsivo, ma al Desiderio consapevole e personale (che nasca dalla conoscenza vera di noi, dei nostri limiti e dei nostri bisogni spontanei): solo così potremo reimmaginarci e reinventarci in una dimensione più vera.
Se così avverrà, la Filosofia sarà veicolo per la nostra vera Libertà: saremo asserviti alla nostra sola scelta etica, valutata e ponderata, alla luce del nostro consapevole e misurato Desiderio.
Saremo capaci di uscire dall’individualismo atomistico contemporaneo e dall’etnocentrismo acritico. Del resto l’uomo è un animale visionario: ogni sua facoltà è infatti, in quanto specificatamente umana, coinvolta nella potenzialità di trasformare qualsiasi elemento già dato in un altro, e cominciando ad immaginarlo diversamente.
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Pierre Hadot: “Sotto l’influenza di Bergson e poi dell’Esistenzialismo, ho sempre inteso la Filosofia come una metamorfosi totale della maniera di vedere il mondo e di essere in esso” (Esercizi spirituali e filosofia antica).
Ciò di cui la Pratica filosofica deve prendersi cura è la vita nella sua normalità e, quindi, nella precarietà del suo senso e nell’inconsapevolezza di questa precarietà, nella convinzione socratica che la vita più degna sia quella dedicata all’indagine, alla ricerca del senso.
Per fare questo la Filosofia può aiutarci praticamente:
sia con la Consulenza filosofica​
sia con l’analisi di noi e la meditazione sui concetti che costituiscono il mondo
sia con la lettura e la meditazione di testi filosofici
sia con esercizi filosofici
La Filosofia come Scienza specifica , con i suoi campi di competenza, ci può fornire:
La capacità critica di saper leggere (noi, il mondo, le circostanze…)
Arricchirci con la conoscenza di letture di testi (che ci offrono diverse visioni del mondo)
Saper argomentare e confutare (uso dell’Ermeneutica, della Logica, della dialettica)​
Perciò, ponendo al centro l’indagine di noi stessi e chiamando in causa la sincerità del nostro autobiografismo, diveniamo tassello per aprirci al mondo, uscire dal nostro isolamento egoico. Diventa quindi basilare anche volgerci agli Altri, e considerarli parte essenziale del nostro percorso, mettendoci in relazione con mondi e visioni di mondi possibili al di fuori del nostro, senza sentirci minacciati ma arricchiti, lenendo così il senso ontologico di solitudine che tutti ci pervade, e che ci lascia tristemente concentrati sul nostro destino.
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PERCHE' FARE QUESTO CON LA FILOSOFIA?
Sono in costante crescita anche in Italia le patologie dell’anima che denotano un disagio di vivere sempre più elevato.